lunedì 20 aprile 2015

GESU di NAZARET o GESU il NAZARENO? (3a parte)

Questo lungo e laborioso (e grandioso) articolo -che suddividerò in più parti- contiene una gran quantità di link che riportano ad altri documenti di approfondimento, ma non li posterò tutti qui (solo alcuni). Quindi, se avrete voglia di allargare i vostri orizzonti ulteriormente su questo argomento, non dovrete far altro che cliccare su questo LINK per entrare nella pagina web d'origine, là dove l'ho trovato, letto, e infine pubblicato qui.

Gesù il nazareno era vegetariano ed esseno?
Dal Vangelo della Pace (pergamena ritrovata in Medio Oriente, sulle pendici del Mar Morto nella zona di Qunram ed appartenente quasi certamente agli Esseni di cui Gesù il nazareno fu un loro seguace-rabbi-maestro, per un certo tempo)
"Maledetto colui che con l'astuzia ferisce e distrugge le creature di Dio. Si maledetti i cacciatori, perché saranno cacciati, e per mano di uomini indegni riceveranno a stessa misericordia che hanno mostrato alle loro prede innocenti!".
Così ci riferisce questo antico scritto di circa 2.000 anni fa.

Nella Bibbia il Vecchio testamento contiene molte affermazioni a favore del vegetarianesimo, fin dalla Genesi nella quale un verso dice: "e vi ciberete di ogni erba e di ogni frutto della terra" - è evidente che il testo si riferisce a frutta, verdure, cerali, leguminose, radici, ecc..
 
Nel Nuovo Testamento, nei vangeli vi sono 19 citazioni nelle quali si parla di "carne", ma ristudiando l'antico greco, trascrizione dall'aramaico, lingua nella quale alcuni dei primi vangeli furono redatti, si evince che le varie parole utilizzate, ad esempio la parola  "carne", deve essere intesa come cibo = dal testo greco broma, è utilizzata in quei versi  4 volte; la parola brosimos = ciò che si può mangiare, usata una volta soltanto; la parola brosis = l'atto del mangiare del cibo è utilizzata 4 volte; la parola prosphagion = qualsiasi cosa da mangiare, utilizzato una volta; trophe =nutrimento, è utilizzato 6 volte; phago = mangiare, è utilizzato 3 volte.
Cosi quando ad esempio in Giov. 21:5 si legge "avete della carne", si dovrebbe rileggere cosi: "Avete qualcosa da mangiare ?" oppure quando nei vangeli si legge che i "discepoli di Gesù andarono a comperare della carne", la ritraduzione letterale suonerebbe cosi: "i discepoli andarono a comperare da mangiare".
Il greco originale nei vangeli, parla di cibo in generale e non necessariamente della sola carne.

E cosa dire del "miracolo dei pani e dei pesci" con il quale Gesù avrebbe sfamato centinaia di persone?
Ritraduciamo il testo e scopriamo che la parola "pesci" fossero delle polpette, fatte con una pianta marina (appunto, pianta del pesce), cibo ancora diffuso in medio oriente; queste piante marine vengono seccate al sole, ridotte in farina in un mortaio ed infine cotte al forno come polpette.
Nell'antica Babilonia queste polpette preparate con l'albero del pesce (una specie di alga), erano uno dei piatti principe della popolazione ed i Giudei che ritornarono dalla cattività babilonese, importarono anche quel tipo di cibo che rimase uno dei piatti della popolazione povera del medio oriente, per cui è un cibo ben noto ai tempi di Gesù il nazareno; persino i musulmani la utilizzano ancora oggi.

Poi esiste una logica considerazione da farsi a proposito di quel riferimento dei vangeli su quel miracolo: è noto che la carne di pesce in zone calde putrefà nel giro di poche ore... era molto più probabile che si conservassero nelle loro ceste delle polpette vegetali che non del pese, specie con le interiora dentro che lo fanno putrefare molto in fretta e rovinando qualsiasi altro cibo che avessero avuto nelle loro ceste...

Ed ora consideriamo la festa di Pasqua nella quale si sacrificava l'agnello che doveva essere mangiato dalla famiglia.
L'ultima cena non si riferisce solo alla pasqua ebraica nella quale si mangiava l'agnello e nel vangelo di Giovanni cap. 13: 1-4, ci riferisce che: "ora, prima della festa del passaggio (la Pasqua ebraica), Gesù sapendo che era giunta la sua ora, si alzò da tavola, lasciò cadere i suoi vestiti prese un asciugamano e con esso si cinse la vita...".
Da queste considerazioni è possibile pensare ed affermare che Gesù se è esistito, essendo stato esseno (gli esseni erano vegetariani e si nutrivano con i loro orti) abbia mantenuto, quasi sempre questo atteggiamento nei confronti del cibo e lo abbia consigliato, ma non possiamo essere assolutisti nell'affermare che egli NON mangiò mai della carne, in quanto i testi dei vangeli, che sono fra i pochi testi che parlano di questo personaggio, che pare sia solo una ricostruzione ad arte fatta dai cristiani, ci riferiscono solo questi pochi versi sul comportamento alimentare di Gesù il nazareno, mentre altri vangeli, detti impropriamente apocrifi, ne parlano, esempio:
Il Vangelo della Pace !

Fu vegetariana l'ultima cena di Gesù il nazareno!
Nell'ultima cena Gesù non mangiò l'agnello pasquale, poiché seguì la regola degli Esseni, che l'ospitarono nella loro sala per banchetti, data gratuitamente a chi accettava la loro norma: non mangiar mai carne.
Lo afferma anche mons. Mario Canciani, biblista e parroco cattolico della basilica romana San Giovanni dei fiorentini, nel suo libro Ultima cena dagli Esseni.
C' è di più: egli afferma, con altri studiosi, che la “Settimana Santa” fu ben diversa da come la ricorda la tradizione cristiana.


Il Gesù della storia
 "..La conclusione essenziale fu che il Gesù della storia in alcun modo può essere ritenuto uguale o coesistente al Gesù della fede. Infatti, il Gesù della storia è stato trasformato nel Gesù' della fede da persone semplici, al meglio; da ingannatori, al peggio.
Insieme a questo recupero del vero Gesù della storia, la "Vecchia Questione" porta con sè l'implicito assunto che  la teologia della Chiesa dovrebbe cambiare per correggere se stessa, alla  luce delle nuove rivelazioni storiche. La fede in Gesù, passata attraverso tutte le età, nella Chiesa è stata costruita su un'impropria conoscenza storica. Alla luce di ciò, io credo che essa dovrebbe ora cambiare.."
Tratto da: "A Survey of Historical Jesus Studies: from Reimarus to Wright", di  Michael Burer


Gesù disse: "Signori, mia moglie" – 21/09/2012
Il ritrovamento del frammento di papiro copto, presentato pochi giorni fa alla stampa da Karen King, la ricercatrice della Harvard Divinity School, sta scatenando una sequenza di capriole verbali e di acrobazie logiche veramente divertenti.
Come noto, nel papiro si legge la frase: "Gesù disse loro: 'mia moglie' ", parlando presumibilmente ai suoi discepoli.
Apriti cielo: se si scoprisse che davvero Gesù era sposato crollerebbe di colpo l'intera credibilità di una dottrina fondata sul celibato. Già nei Vangeli - per quanto ripuliti dai Padri della Chiesa - erano rimaste tracce di questa "moglie" che ogni tanto saltava fuori all'improvviso, ma la frase di questo ultimo ritrovamento non lascia più spazio ad ambiguità di alcun tipo: quando uno dice "Signori, mia moglie", i casi sono due: o sta cercando di spacciare per consorte un viados con parrucca e tacchi a spillo, oppure quella è veramente sua moglie.
Ed è qui che iniziano le acrobazie "interpretative" degli studiosi, a partire dalla stessa Karen King, per non dover ammettere quello che invece dovrebbe essere chiaro per chiunque.

Da un articolo della BBC leggiamo: "La King ha ripetutamente sottolineato che questo frammento non va considerato una prova che Gesù, il personaggio storico, fosse sposato".
E chi doveva esserlo, se non il personaggio storico? La sua controfigura di Hollywood?
Fra l'altro, "personaggio storico" lo si diventa col passare dei secoli, ma i Vangeli descrivono la vita di una normalissima "persona" di quel tempo. Se uno dice "questa è mia moglie" vuol dire "questa è mia moglie", no?

"Il testo è stato probabilmente scritto secoli dopo la vita di Gesù - continua la King - e tutte le altre fonti storicamente affidabili tacciono sulla faccenda."

A parte che tutti i Vangeli sono stati scritti almeno 50 anni dopo la morte di Gesù (prima c'era solo la tradizione orale), ma non è che le cose cambino più di tanto, con il passare del tempo: una volta messi nero su bianco li si ricopia diligentemente, e nessuno si sognerebbe mai di cambiarne una sola virgola.
Anche la Bibbia, volendo, è stata tramandata per oltre 500 anni per sola tradizione orale, prima di venire definitivamente messa nero su bianco, ma se vai a confrontarla con un rotolo di Isaia trovato a Qumran - che ha fatto un percorso storico completamente differente - scopri che sono identici, parola per parola.
Quasi commovente, nel suo tentativo di "debunking", lo sforzo della King per spostare il problema sul "dibattito" avvenuto nelle prime comunità cristiane riguardo al matrimonio: "Il frammento - dice la King - offre prove ulteriori che ci sia stato un forte dibattito fra i primi cristiani se Gesù fosse sposato oppure no".
Veramente il frammento dice "Signori, mia moglie". Casomai il frammento offre una prova che avessero ragione quelli che sostenevano che fosse sposato, non "che ci sia stato un forte dibattito." Quello lo sapevamo già.
E' come se qualcuno fra 100 anni trovasse la deposizione filmata di Mineta alla Commissione 9/11, e dicesse: "Questa deposizione dimostra che c'è stato un forte dibattito sul vero ruolo di Dick Cheney negli attentati dell'11 settembre". Eh no, caro amico: quella deposizione dimostra che Dick Cheney ha dato un ordine di non intervenire. Che ci sia stato un forte dibattito lo sapevamo già tutti in partenza.

Altri "studiosi" ci vanno giù pesanti, senza stare troppo a guardare le sottigliezze. Jim West, pastore della chiesa battista del Tennessee, dice: "Una frase su un frammento di papiro non dimostra nulla. E' solo una affermazione sospesa nell'aria, senza sostanziale contesto". (Ricorda qualcuno?)
E' quale contesto dovrebbe esserci, quando uno dice "Signori mia moglie"?  Se la presenta "nel contesto" di una cerimonia a palazzo è valida, se invece la presenta in osteria non è più sua moglie?

Wolf-Peter Funk, esperto di lingua copta, ha detto: "Ci sono migliaia di frammenti di papiro su cui trovi scritte le cose più folli".
Perchè i folli naturalmente sono sempre gli altri. Per certe persone, qualunque cosa non corrisponda al loro modo di pensare diventa automaticamente "una follia".
Ora viene la cosa più divertente di tutte: perchè tutti questi studiosi, invece di arrampicarsi sui vetri per continuare a difendere a tutti i costi l'arcaico concetto di celibato, non vanno a leggersi il Vangelo ufficiale della Chiesa cattolica? Quello dovrebbe essere abbastanza "affidabile" come fonte storica, secondo loro, no?
Ecco, se lo facessero troverebbero ad esempio, nelle lettere di Paolo al figlio Timoteo (ho detto figlio? Ooops), quanto segue:
"Se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità,perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio?"
Gentili signori "esperti" e "studiosi": qual è la parte di "vescovo" che non capite? Qual è la parte di "sposato" che non capite? Qual è la parte di "famiglia" e "figli" che non capite?
By Massimo Mazzucco - Tratto da: luogocomune.net

Su un'altro papiro leggiamo:
Nel "Pistis Sophia", apocrifo gnostico in lingua copta del III secolo, Gesù è spesso circondato e accompagnato da "discepole", e Maria Maddalena vi compare come sposa e sacerdotessa, nonché figura simbolica della Conoscenza...

Inoltre, altri vangeli detti apocrifi ed i vangeli canonici, se letti con attenzione, parlano che fatto che Gesu' amava Maria Maddalena ed era suo compagno, amante e marito:
Nel Vangelo di Filippo (versetto 55) leggiamo:
"La compagna di Cristo è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciò più volte sulla bocca. Le altre donne, vedendo il suo amore per Maria, gli dissero: “Perché ami lei più di tutte noi?”. Il Salvatore rispose a loro: “Come mai io non amo voi come lei?”.

Nuove scoperte sulla moglie di Gesù - 11 aprile 2014
Diversi esami di laboratorio hanno dimostrato che l'antico frammento di papiro presentato nel 2012 – contenente una frase non da poco – non è un falso moderno.
Il piccolo frammento di papiro che contiene una frase mai apparsa prima nelle Sacre Scritture e che contiene la parola “moglie” riferita a Gesù è antico e non è un falso moderno.
Il documento è stato analizzato da alcuni professori di ingegneria elettronica, chimica e biologia di tre atenei americani (Columbia, Massachusetts Institute of Technology e Harvard) che hanno usato diversi tipi di spettroscopia per arrivare a stabilirne la datazione.

Timothy Swager, chimico del Massachusetts Institute of Technology, ha utilizzato la spettroscopia agli infrarossi per verificare se l’inchiostro mostrasse variazioni o incongruenze e ha concluso che «non c’è prova che qualcuno abbia creato un falso. Sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile».
Per James Yardley, ingegnere elettronico della Columbia che ha utilizzato la tecnica della spettroscopia a micro-Raman, l’inchiostro è «perfettamente in linea con quello usato in altri 35-40 manoscritti datati tra il IV e l’VIII secolo dopo Cristo».

Il papiro era stato presentato nel settembre del 2012 durante durante il Convegno Internazionale di Studi Copti da Karen L. King, studiosa di vangeli gnostici e di questioni di genere nella chiesa primitiva alla Harvard Divinity School e prima donna a occupare la più antica cattedra degli Stati Uniti. Il frammento – che misura 4 centimetri per 8, è scritto su entrambi i lati con inchiostro nero ed è in lingua copta, l’evoluzione dell’antica lingua egiziana che non fa uso dei geroglifici ma dei caratteri dell’alfabeto greco – contiene un dialogo tra Gesù e i suoi discepoli e c’è scritto:
“Gesù disse loro: mia moglie…”
La formula “ta-hime”, forma rara di “ta-shime”, corrisponde in copto alle parole “donna” o “moglie”. E poco sotto: “Lei sarà in grado di essere mia discepola”

Il papiro era stato presentato da Karen L. King come risalente al IV secolo e conteneva quello che la studiosa di Harvard aveva chiamato “Vangelo della moglie di Gesù”, un testo sconosciuto composto probabilmente in lingua greca nella seconda metà del II secolo. La datazione era stata da lei stabilita sulla base dell’influenza che questo scritto avrebbe subito da opere come il Vangelo di Tommaso e il Vangelo di Filippo (in cui Maria Maddalena è citata come la moglie di Gesù).

Dopo l’esito delle analisi di laboratorio sul papiro, Karen L. King ha ribadito che il contenuto del frammento non costituisce una prova che Gesù fosse effettivamente sposato, ma dimostra con qualche certezza in più che tra i primi cristiani c’erano discussioni attive su celibato, sesso, matrimonio e discepolato. La questione sul fatto che Gesù fosse sposato o meno nacque solo 150 anni dopo che Gesù morì, nell’ambiente dei cristiani che discutevano tra loro se dovessero sposarsi o rimanere celibi: «Quando tutte le prove puntano in una direzione non hai la certezza al 100 per 100, ma la storia non è un posto per il 100 per cento», ha ricordato King.

Il lavoro della studiosa e la sua interpretazione hanno naturalmente sollevato una grande discussione sul tema. Il suo saggio, che è stato recentemente pubblicato online dopo una serie di revisioni da parte di altri colleghi sulla Harvard Theological Review ed è accompagnato da una replica di Leo Depuydt, egittologo della Brown University, secondo cui il frammento è così evidentemente falso da «sembrare pronto per uno sketch dei Monty Python». Depuydt non ha analizzato il papiro e ha detto di non volerlo nemmeno fare, convinto dai «grossolani errori grammaticali» e dal fatto che ogni parola coincide con quelle del Vangelo di Tommaso, scoperto in Egitto nel 1945: «Non può essere una coincidenza», ha commentato.

È scettico anche il Vaticano, che attraverso le parole di Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano, già nel 2012 aveva definito il papiro «un falso». Accanto all’editoriale di Vian, il quotidiano aveva pubblicato un’analisi dello studioso Alberto Camplani sulla storia del frammento definito «molto problematico e controverso» innanzitutto perché non era stato trovato attraverso uno scavo ma sul mercato antiquario. La tradizione cristiana ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato o che, come San Paolo, fosse sposato alla Chiesa.
Il fatto che sulla vita di Gesù ci fossero idee diverse già tra i primi cristiani, e dunque ancora prima dei vari concilii e prima che i libri del Nuovo Testamento fossero decisi come canonici, aiuterebbe a ricordare che «praticamente tutto quello che le generazioni successive dissero su Gesù fu assemblato e rivisto da qualcuno dopo la sua morte», come ha spiegato Roger Bagnall, professore di storia antica alla New York University, e riaprirebbe una questione di grande attualità: quella sul ruolo delle donne nella Chiesa, sulla negazione del sacerdozio femminile e sul matrimonio dei sacerdoti.
Tratto da: http://www.ilpost.it/2014/04/11/nuove-scoperte-moglie-gesu/

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