martedì 10 gennaio 2012

La Vita oltre la Vita


di Raymond A. Moody Jr.
Studi e rivelazioni sul fenomeno della sopravvivenza


Al dottor George Ritchie e,
per lui, 

all'Uno che egli mi ha fatto intravedere.


PRESENTAZIONE
di Elisabeth Kubler-Ross Flossmoor, Illinois

Ho potuto leggere prima della pubblicazione La vita oltre la vita di Raymond Moody, e sono lieta che questo giovane studioso abbia il coraggio di riunire i frutti delle sue ricerche e di renderli noti al pubblico.
Poiché ormai da vent'anni mi occupo di pazienti affetti da malattie incurabili ho provato un interesse sempre più acuto per il fenomeno della morte. 
Sappiamo molto su come si giunge alla morte, ma sono numerosi i problemi insoluti che riguardano il momento del decesso e l'esperienza conosciuta da pazienti dichiarati clinicamente morti.
Una ricerca come quella presentata in questo libro dal dottor Moody chiarirà molte cose e confermerà quel che ci hanno insegnato da duemila anni: esiste una vita oltre la morte.
Benché egli non affermi di avere studiato la morte in se stessa, dai frutti delle sue ricerche appare chiaro che il morente resta consapevole di quanto lo circonda anche dopo essere stato dichiarato clinicamente morto. Questo coincide con le mie personali ricerche, con le dichiarazioni di pazienti ritornati alla vita, dopo essere stati dichiarati clinicamente morti, contro ogni nostra attesa o speranza e spesso con profondo stupore di medici assai noti, specialisti indiscutibilmente di vaglia.
I pazienti a cui mi riferisco hanno conosciuto una sensazione di abbandono del loro corpo, e un senso profondo di pace e di completezza. 
Molti avvertivano la presenza di qualcuno che li aiutava nel loro passaggio a un diverso piano di esistenza. 
Molti venivano accolti da persone care morte prima di loro o da una figura religiosa di particolare importanza nella loro vita e legata, naturalmente, alla loro religione.
E' per me illuminante leggere il libro di Raymond Moody nel momento in cui io stessa mi preparo a scrivere i frutti delle mie ricerche.

Il dottor Moody dovrà essere pronto ad affrontare molte critiche, che gli verranno soprattutto da due campi. 
Alcuni membri del clero non accetteranno l'idea che si osino fare ricerche in un'area considerata tabù. Già ci sono stati rappresentanti di una chiesa confessionale che hanno criticato studi di questo tipo. Uno di loro ha
parlato di «vendere la salvezza a buon mercato». Altri pensano semplicemente che il problema della vita oltre la morte debba restare nell'ambito della fede e non venir messo in discussione.
L'altro campo dal quale il dottor Moody dovrà attendersi obiezioni è quello degli scienziati e dei medici che considerano «non scientifici» studi di questo genere.

Personalmente credo che la nostra società sia arrivata a un punto di transizione. 
Dobbiamo avere il coraggio di aprire nuove porte e di ammettere che gli strumenti scientifici di cui attualmente
disponiamo sono insufficienti per molte nuove ricerche. Ora, questo libro può aprire nuove porte a chi non manchi di larghezza di vedute e può dare speranza, e il coraggio di vagliare nuovi campi di ricerca. 

Si comprenderà che la testimonianza delle ricerche del dottor Moody risponde a verità, poiché è dovuta a uno studioso sincero e onesto. E' inoltre appoggiata dalle mie stesse ricerche e dalle scoperte di altri scienziati, studiosi e membri del clero, che hanno avuto il coraggio di indagare in questo campo nella speranza di aiutare quanti hanno bisogno di sapere, più che di credere.

Raccomando questo libro a chiunque abbia una mente aperta e mi rallegro con il dottor Moody per il coraggio che egli ha dimostrato pubblicando il frutto delle sue ricerche.

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